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lunedì 21 novembre 2016

step18: Le tinte brune nelle arti pittoriche

Caravaggio, "Seppellimento di Santa Lucia", 1608,  Chiesa di Santa Lucia alla Badia


"Il Seppellimento di S. Lucia" di Caravaggio è un imponente capolavoro senza tempo che racconta la fine del martirio della patrona di Siracusa. Vediamo qual è la storia dietro tale capolavoro in cui le tinte brune dominano lo sfondo.

Michelangelo Merisi, detto il “Caravaggio”, venne a Siracusa nell'ottobre del 1608 fuggendo dal Carcere di Malta. Probabilmente fu aiutato nella fuga dal figlio della Marchesa Colonna che si trovava a Malta in qualità di comandante della flotta militare: la famiglia Colonna, ed in particolare la Marchesa, aveva da sempre protetto e sostenuto Michelangelo Merisi.

La presenza di Caravaggio a Siracusa però è avvolta nel mistero: non si sa infatti perché venne a rifugiarsi proprio in questa città né perché realizzò uno dei suoi più grandi capolavori proprio per la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro. 
A questo proposito esistono varie ipotesi. Secondo Di Silvestro il collegamento tra Malta e Siracusa è un frate , Frà Raffaele da Malta, che proprio in quegli anni era guardiano del convento della Basilica: dunque Caravaggio potrebbe aver realizzato la pala d’altare per ringraziarlo per l’accoglienza o su richiesta del frate. Secondo Susinno invece, Caravaggio ottenne la commissione grazie all'aiuto dell’amico e collega Mario Minniti, celebre pittore siracusano con il quale Caravaggio aveva lavorato a Roma.





Il seppellimento di santa Lucia è la prima opera siciliana di Caravaggio, il dipinto (cm 408x300) è stato eseguito su un supporto costituito da quattro teli di canapa cuciti in verticale; sopra la preparazione a gesso il pittore ha steso una mestica di colore rosso-bruno che viene lasciata a vista per assumere sia la funzione di fondo, sia quella di “mezzo tono” per le figure. Questo espediente tecnico, già utilizzato nel periodo maltese, permette a Caravaggio dei tempi di esecuzione molto brevi, considerando che l'opera viene portata a termine in soli due mesi. La tavolozza, sui toni dei rossi e dei bruni, è composta da ocra rossa, lacche e rosso cinabro, legati ad olio di lino. 

Caravaggio non ritrae, come era generalmente in uso, il momento del martirio di Lucia: rappresenta, invece, il seppellimento. Il punto di vista dello spettatore è al livello del suolo, dove è adagiato il corpo della santa, come se lo spettatore partecipasse al tragico avvenimento. Tutto è sospeso, lento: il gruppo di personaggi sulla destra assiste alla scena, ma è sulla sinistra il fulcro della composizione, dove le due enormi figure dei seppellitori, lentamente, scavano la fossa.
Il doloroso avvenimento si svolge nella parte bassa ed i personaggi sono sovrastati da un immenso spazio vuoto, desolante, forse un riferimento alle catacombe o alla più importante latomia della città, chiamata proprio da Caravaggio l'Orecchio di Dioniso. 
Dopo il restauro del ’79 presso l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma, Il Seppellimento di santa Lucia è stata spesso in giro, sempre più conteso tra mostre ed esposizioni in tutta Italia fino all’ottobre del 2005, quando viene “ricoverato” nuovamente nello stesso Istituto per essere sottoposto ad una serie di indagini diagnostiche che avrebbero dovuto precedere un nuovo restauro. 
Nell’aprile del 2006 il dipinto viene nuovamente sottoposto ad indagini radiografiche, condotte dal Centro Regionale di Restauro della Regione Sicilia, che mostrano la presenza di evidenti alterazioni dovute ai precedenti restauri: la vernice non è stata applicata in maniera uniforme ed i ritocchi riguardano addirittura il 30% della superficie pittorica.
L'ultimo intervento, ancora una volta curato dall’Istituto Centrale per il Restauro, è consistito quindi in un’attenta rilettura critica dei precedenti restauri. 
Dopo che alcuni interventi hanno reso la Chiesa di santa Lucia a Siracusa idonea, il dipinto è tornato nuovamente alla sua sede originaria, posizionato all'interno di una teca climatizzata in acciaio e vetro antiproiettile.





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1 commento:

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