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lunedì 24 ottobre 2016

step6: il marrone nella scienza

Numerose cose e elementi delle varie discipline scientifiche sono legati al colore marrone.

In fisica, ad esempio, si parla di rumore marrone, detto anche rumore browniano, per indicare il rumore prodotto dal moto randomico di una particella. All'udito si presenta ovattato a differenza del rumore bianco e di quello rosa: il suono basso somiglia a quello di una cascata o della pioggia battente. Uno spettro diametralmente opposto al rumore marrone è quello del rumore viola che aumenta di 6 dB per ottava.






Un ramo della psicologia  si occupa dei colori e dell'effetto che hanno questi nella psiche umana. Inoltre, scopo della cromoterapia è anche quello di indagare sulla personalità di un individuo in base ai suoi gusti cromatici. Il marrone è associato a un costante bisogno di sentirsi bene con il proprio fisico ed è alla continua ricerca di armonia. Generalmente, chi predilige il Marrone, è una persona positiva e soddisfatta della vita che conduce. 





In biologia nuovo teorie, confermate da più studi, indicano un legame fondamentale tra stato di salute delle cellule e colore. E' il caso della teoria dei biofotoni, insegnata dal fisico Popp, sulle tracce di un'intuizione ardita del russo Gurwitsch (1922), offre la credibile interpretazione del fatto che l’evento biologico primario alla base della vita e anche delle alterazioni che portano alla malattia, sia un evento fisico di natura informazionale e quindi elettromagnetica. 
Il termine "biofotoni" indica l'emissione di energia da parte dei tessuti viventi: ogni cellula emette segnali specifici, caratteristici di quella individuale e del tessuto di cui fa parte, proprio come un uomo possiede una voce particolare, con un accento e una lingua particolare. 
Tuttavia il legame tra lunghezza d'onda emessa, e quindi colore emesso, e messaggio associato sono ancora oggetto di studio.





In ottica il marrone è classificato un colore terziario. Il marrone è composto dalla miscela dei tre colori primari (giallo, rosso, blu) in quantità variabili a seconda della tonalità che si vuole dare al colore.
E' interessante come la composizione spettrale di un arancione e di un marrone possa benissimo essere la stessa, ed entrambi questi colori possono avere sia uno spettro monocromatico, sia con più di una componente. In entrambi i casi, se diminuiamo la sola intensità della o delle componenti (non variando quindi né la saturazione, né la tinta), l'arancione diventa marrone.




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