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venerdì 7 ottobre 2016

step 1: Il marrone nelle sue accezioni cromatiche

Il colore marrone è una variante di uno dei colori dello spettro che l'uomo riesce a vedere, composto dalla miscela dei tre colori primari (giallorossoblu) in quantità variabili a seconda dell'accezione cromatica che si vuole ottenere.




Il marrone è il colore della terra, che nelle sue tonalità più calde come Terra di Siena, Castagno o Fallow, si connette indissolubilmente alle polivalenti e ricche manifestazioni di questa. 

Per comprenderne appieno il significato, della terra è utile distinguere l’aspetto cosmico da quello più propriamente elementare, concreto. In quanto soggetto cosmico, in molte mitologie la terra è l’originaria sposa del cielo, dalle cui nozze sacre  nasce tutto il creato: nella cosmogonia Inca, ad esempio, il mondo ha inizio dall’unione tra Pachamama, Madre Terra e il dio del cielo Pachacamac.

Con l’avvento dell’agricoltura, invece, oltre al suo significato cosmico, la terra (e conseguentemente il colore che ne è simbolo) acquisisce anche quello più propriamente tellurico: non più unicamente ricettacolo di esistenze, ma diventa essa stessa elemento fecondo che produce e fa crescere esistenze dentro di sé: la terra non è solo il grembo germinativo, ma è anche il grembo cui ogni esistenza fa ritorno, poiché dalla Madre Terra la vita nasce e in essa muore.

Il marrone, in particolare in alcune sue tinte come il mogano, è inoltre legato alla corporeità; corrisponde alla sensazione piacevole dell'appagamento di un bisogno fisiologico. Considerando come il marrone sia anche il colore di un prodotto del corpo elaborato e digerito, il colore delle feci, che da una parte è disprezzato e gettato via in quanto sporco e ripugnante, mentre dall'altra è considerato essenziale, poiché il miglior concime per favorire la crescita. Per gli Aztechi, ad esempio, il peccato era associato agli escrementi, e la dea Tlazolteotl (la dea della terra) veniva definita "divoratrice di lordure". Di convesso, nella mitologia indù, Shri era la divinità che presiedeva alla prosperità e alla fortuna, conosciuta con uno dei suoi epiteti come Karisin, colei che abbonda in letame. 

Nelle sue tonalità più fredde, quali il bruno Van Dyck o il marrone foca, il colore si connette alla terra-matrigna, alla nuda terra sterile, arida, avara e disseccata, la terra che non nutre ma che produce fame e sofferenza. Per tali ragioni, nell'Antica Roma, la toga utilizzata dalla classi più povere e dalle persone accusate in tribunale era la marrone toga sordida (dal latino sordidus, sudiciume ), così come dello stesso colore appariva il saio dei servi della gleba, dei mendicanti e di tutti quelli che si umiliavano nella sofferenza e nella povertà. Ma anche di tutti quelli che avevano fatto della povertà e semplicità della nuda terra lo scopo di una vita, come San Francesco, il cui saio marrone esprimeva la forte dissonanza da una chiesa ricca e piena di splendore.

Per saperne di più:

http://www.empower-yourself-with-color-psychology.com/color-brown.html
http://www.lucacoladarci.it/il-marrone.html
https://en.wikipedia.org/wiki/Brown

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